come-dare-le-condoglianzeQuando un amico o un parente viene colpito da una perdita chi gli sta vicino vorrebbe in ogni modo alleviare la sofferenza, ma spesso anche senza volerlo si dicono frasi che possono suonare sgradite.

La persona colpita da lutto è scioccata e tramortita dalla notizia della morte vive, per un certo periodo di tempo, nella convinzione che il defunto sia ancora presente, dunque non è ancora in grado di percepire la perdita.

Le attività, le pratiche, il funerale, l’interesse dei parenti e degli amici testimoniano che qualcuno è morto, ma tutto ciò viene percepito come irreale ed esterno,  potrebbe quasi essere successo a qualcun altro.
Gradualmente le comunicazioni di condoglianza, la partecipazione ai funerali e la crescente consapevolezza che il defunto non è più presente, confermano la realtà della perdita. La morte viene perciò riconosciuta, ma non ancora accettata ecco perché è bene avvicinarsi con la massima delicatezza all’amico o parente e scegliere le parole giuste..

Non dire … “So come ti senti.”
Probabilmente non hai nessun motivo di dire questa frase, anche se tu hai vissuto un lutto. Questo perché  la percezione del dolore varia enormemente da persona a persona, e non c’è modo di sapere come il tuo amico si sente, anche se credi di conoscerlo meglio di chiunque altro.
Puoi provare invece a dire: “Non riesco a immaginare che cosa stai attraversando.”
Questa frase  può sembrare più cruda e meno empatica della prima ma probabilmente rispecchia la verità del sentire di entrambi. Tu non sai effettivamente cosa sta provando la persona  e volte le persone addolorate vivono in uno stato di tale confusione che non sanno nemmeno come si sentono.

Non dire … “E’ in un posto migliore.”
Al di là della possibilità che la persona sofferente sia credente o meno questa frase non aiuta a metabolizzare la perdita. Come abbiamo scritto per il lutto spiegato ai bambini, l’onesta, anche intellettuale è necessaria non solo per i più piccoli ma anche per gli adulti che in quel momento sono particolarmente indifesi.
In alternativa si può dire “Mi dispiace molto per la tua perdita.” Nel tentativo di aiutare la persona a percepire la perdita questa frase è un piccolo indizio a livello inconscio che con delicatezza arriva a donare la consapevolezza dell’accaduto.

Non dire … “Sei così forte.”
Quando le persone soffrono per un lutto, a volte regrediscono ad uno stato infantile, sentendosi impotenti  e in difficoltà. Questo è perfettamente naturale! Ma se incoraggi la forza potresti inibire l’espressione dei sentimenti dolorosi che non si devono reprimere anzi, al contrario, incoraggiare. Potete suggerire di lasciarsi andare con una frase come: “Non c’è bisogno di essere coraggiosi in questo momento.” Date alla persona sofferente il permesso di sentirsi triste, spaventata e bisognosa di sostegno. E’ la cosa più utile che puoi fare per lei.

Non dire … “Chiamami se ti serve qualcosa.”
Bel pensiero, ma chiedere aiuto può essere difficile, soprattutto per una persona che è in lutto. Ci sono buone probabilità che non vi chiamerà mai. Invece quello che potete fare è essere propositivi e imporre la vostra presenza, dunque suona meglio una frase come questa: “Verrò a prenderti domani a mezzogiorno per pranzare insieme”

E una volta in compagnia Non dire  “Ti ho detto della mia cantina allagata? “
Può sembrare ovvio, ma  a volte il disagio del lutto fa dire cose sciocche per evitare l’imbarazzo della sofferenza. Le frasi di cui abbiamo parlato sopra potranno sembrare scontate e inutili e sarete tentati di cambiare discorso, parlando della quotidianità. Ma in realtà l’unica cosa da fare per alleviare il dolore di una persona afflitta dal lutto è l’ascolto e dunque aprite il cuore e ascoltate. Il vostro amico o parente avrà modo di aprirsi e di sentire se stesso e il suo dolore.


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