Il tempietto egizio

«Quando i familiari di un defunto vengono a ringraziarti in lacrime, perché li hai aiutati a elaborare il lutto, rispettando le volontà della persona che non c’è più: è qui che risiede il senso più profondo della nostra professione». Lo racconta la portavoce dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (UAAR) Adele Orioli, parlando del progetto “Cerimonie uniche”: questo servizio si rivolge a chi desidera sottolineare momenti importanti della propria vita come le nascite, le unioni o le commemorazioni, senza essere costretto a schemi prestabiliti. L’associazione si occupa della formazione di celebranti laico-umanisti che possono officiare anche funerali laici, nel pieno rispetto della sensibilità di chi li commissiona.

«Il mondo sta cambiando – spiega con entusiasmo Orioli – e oggi sempre più persone ci richiedono questo servizio. Personalmente sono diventata celebrante laica nel 2009, poiché ho sempre ritenuto che poter celebrare gli eventi più significativi della propria esistenza, compatibilmente con le proprie idee, debba essere un diritto per tutti. Questo vale anche per le persone non credenti, che in Italia vengono bistrattate dalla culla alla tomba. Le cerimonie laiche sono un tentativo di superare tale discriminazione, che per quanto riguarda il commiato è ai massimi livelli, visto che spesso non ci sono nemmeno spazi adeguati».

Ma chi sono le persone che si rivolgono all’UAAR per i funerali laici? «In quasi 15 anni di servizio – spiega Orioli – di commiati ne ho fatti veramente tanti: tutte le persone che si rivolgono a noi sono accomunate dalla volontà di rispettare i desideri del defunto. Ad esempio, quando ho celebrato il commiato di un ragazzo di 35 anni appassionato di rock, d’accordo con i familiari abbiamo ascoltato i Deep Purple, perché a lui sarebbe piaciuto così. Mi è capitato anche di celebrare i funerali di persone del mondo dello spettacolo come Aiché Nanà, l’attrice dello “scandalo del Rugantino”, a Roma nel Tempietto Egizio del Verano».

Orioli aggiunge che il commiato laico offre anche la possibilità di celebrare con l’urna delle ceneri, e quindi senza il feretro «che ha un’importanza relativa per chi non vuole mettere al centro il corpo del defunto ma la condivisione del dolore con la collettività. In questo modo, ho avuto la possibilità di celebrare un bellissimo commiato al Gianicolo, presso il roof garden di un hotel di lusso: la persona defunta amava molto quel luogo e i suoi familiari hanno aspettato assieme, come segno finale del commiato, il colpo del cannone del Gianicolo. È seguito un piccolo ricevimento, perché il funerale laico permette anche di brindare in onore del defunto, nel medesimo luogo del commiato: capita spesso che persone non credenti lasciano detto di fare qualcosa di allegro, ad esempio una festa, in loro nome».

Per approfondimenti sulle cerimonie laico-umaniste: https://www.cerimonieuniche.it/chi-siamo/

Per approfondimenti sui funerali laici: https://www.uaar.it/laicita/funerali-civili/


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