La tumulazione: significato, storia e norme che regolano la sepoltura in loculo

Tumulazione: significato, storia e norme della sepoltura in loculo

Quando parliamo di tumulazione ci riferiamo alla pratica di collocare il feretro all’interno di un avello o loculo in un manufatto murario, come una tomba di famiglia o una cappella. Si tratta di una delle tre destinazioni possibili per una salma in Italia, insieme all’inumazione e alla cremazione, ed è una scelta che porta con sé non solo aspetti tecnici e normativi, ma anche un forte valore culturale e simbolico.

La tumulazione ha radici molto antiche: già i Romani usavano mausolei e colombari per proteggere le spoglie dei defunti, creando luoghi che fossero duraturi nel tempo e riconoscibili dalle generazioni future. Con l’avvento del cristianesimo questa tradizione si è evoluta, dalle sepolture presso le chiese fino alle cappelle gentilizie nei cimiteri moderni. Ancora oggi, scegliere un loculo significa affidare la memoria del proprio caro a uno spazio protetto e stabile, che diventa punto di riferimento per i familiari.

Dal punto di vista normativo, la tumulazione è disciplinata dal D.P.R. 285/1990, il regolamento di polizia mortuaria che stabilisce regole precise sulla costruzione dei manufatti, sulle caratteristiche del feretro e sulle autorizzazioni necessarie. Il feretro deve sempre essere composto da doppia cassa, con una parte esterna in legno e una interna in metallo, solitamente zinco, con Valvola specifica, sigillata ermeticamente per garantire la sicurezza igienico-sanitaria. È inoltre obbligatoria una targhetta identificativa permanente. Ogni loculo può accogliere un solo feretro, ma i regolamenti comunali possono prevedere la possibilità di inserire urne cinerarie o cassette ossario nello stesso spazio.

L’autorizzazione alla tumulazione viene rilasciata dall’Ufficiale di stato civile, dopo l’accertamento di morte da parte del medico necroscopo e dietro presentazione di un titolo di concessione valido. La durata della sepoltura non è determinata da un processo biologico, come avviene per l’inumazione, ma dal contratto di concessione stipulato con il Comune: generalmente varia dai 30 ai 99 anni, ma in passato non erano rare le concessioni perpetue, oggi non più rilasciabili. Alla scadenza, si procede con l’estumulazione ordinaria, salvo rinnovi o diversa destinazione dei resti.

Oltre alla normativa nazionale, le Regioni e i Comuni hanno facoltà di stabilire regole più specifiche, ad esempio in materia di durata delle concessioni, modalità di rinnovo o caratteristiche costruttive dei manufatti. Per questo motivo è sempre fondamentale consultare sia il regolamento comunale che le eventuali disposizioni regionali in vigore.

Scegliere la tumulazione significa quindi optare per una forma di sepoltura che unisce protezione, durata e stabilità. È spesso percepita come la scelta più prestigiosa, poiché garantisce un luogo fisico e visibile dove mantenere vivo il legame con i propri cari. Ma dietro questa immagine di solidità ci sono regole precise, obblighi amministrativi e scadenze che devono essere rispettati.

Conoscere la normativa funeraria italiana sulla tumulazione è essenziale per evitare incomprensioni e per accompagnare le famiglie in scelte consapevoli. È qui che il ruolo del professionista diventa centrale: spiegare con chiarezza le procedure, guidare nei passaggi burocratici e fare in modo che ogni atto sia compiuto nel rispetto della legge e della dignità del defunto.

Nicholas Cavalca

Condividi l'articolo:

Sponsor

banner_algordanza_206x120