Il suicidio delle donne e degli uomini è trattato diversamente dai mezzi di informazione italiani. È quanto sostiene una ricerca pubblicata nella rivista scientifica Crisis – The Journal of Crisis Intervention and Suicide Prevention

Il suicidio femminile è trattato dai media italiani come sintomo di problemi personali mentre il suicidio maschile come sintomo di problemi sociali. E’ quanto emerge dallo studio delle ricercatrici Silvia Sara Canetto, Lorenza Entilli, Ilaria Cerbo e Sabrina Cipolletta pubblicato a dicembre 2022 con il titolo “Suicide scripts in Italian newspapers: Women’s suicide as a symptom of personal problems and men’s suicide as a symptom of social problems”. Lo studio, pubblicato nella rivista ufficiale della International Association for Suicide Prevention (Crisis – The Journal of Crisis Intervention and Suicide Prevention), è conseguente all’analisi di 923 articoli di giornale su suicidi di donne e uomini.

«Esiste una sostanziale variabilità, a seconda della cultura, nei tassi di suicidio e anche nelle credenze e atteggiamenti nei confronti del suicido – si legge come premessa nell’abstract dello studio -. Queste credenze e atteggiamenti possono essi stessi avere un’influenza sul suicidio e sono elementi fondanti di quelli che vengono definiti copioni culturali del suicidio (suicide scripts). La maggior parte delle ricerche sui copioni di suicidio è stata finora condotta in paesi anglofoni».

Risultati: i giornali italiani presentavano per lo più storie di suicidio degli uomini, in linea con la maggiore mortalità per suicidio degli uomini italiani. Il suicidio delle donne è stato narrato come un atto inaspettato che segnala problemi personali (ad esempio, emotivi e di relazione privata). Al contrario, il suicidio degli uomini è stato inquadrato come una risposta comprensibile a gravi avversità della vita pubblica/sociale (ad esempio, una recessione economica) e come morte per legittima disperazione.

Conclusione: In Italia, come in diversi paesi con più alta mortalità per suicidio maschile, il suicidio femminile è psicologizzato e considerato irrazionale mentre il suicidio maschile è visto come un sintomo di gravi problemi della vita pubblica/sociale, e quindi come meritevoli di rispetto ed empatia. La preferenza per le spiegazioni sociali del suicidio maschile, insieme agli atteggiamenti empatici, potrebbero contribuire a rendere il suicidio maschile relativamente più consentito e meno stigmatizzato, e quindi anche avere un effetto sulla maggiore mortalità per suicidio degli uomini.

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