Inumazione: storia e regole della sepoltura in terra

Inumazione: storia e regole della sepoltura in terra

Tra le diverse forme di sepoltura previste dalla normativa funeraria italiana, l’inumazione è quella che più richiama la tradizione. Consiste nella collocazione del feretro in una fossa di terra all’interno dei cimiteri e rappresenta, per molti, la scelta più naturale, legata a un gesto antico quanto l’uomo stesso: restituire il corpo alla terra.

Fin dalle civiltà più arcaiche, l’inumazione ha avuto un significato profondo. I popoli antichi la praticavano come ritorno all’origine, mentre la tradizione cristiana l’ha interpretata in chiave spirituale: «dalla terra siamo venuti e alla terra ritorneremo». Ancora oggi, nonostante la crescita della cremazione e la diffusione della tumulazione, la sepoltura in terra resta uno dei pilastri della cultura funeraria italiana.

Dal punto di vista normativo, l’inumazione è disciplinata dal D.P.R. 285/1990, che fissa regole molto precise. Il feretro deve essere costruito esclusivamente in legno e secondo caratteristiche tecniche definite, proprio per permettere la decomposizione naturale. Non è ammessa la doppia cassa, salvo particolari situazioni sanitarie legate a malattie infettive o radioattività. Ogni fossa accoglie un solo defunto, con rarissime eccezioni, come la sepoltura congiunta di madre e neonato morti durante il parto o subito dopo la nascita.

Il ciclo ordinario di una sepoltura in terra dura dieci anni. Trascorso questo periodo si procede con l’esumazione ordinaria: i resti vengono raccolti e trasferiti in ossario comune o in una cassetta privata, oppure possono essere cremati. Se la mineralizzazione non è completa, il Comune può disporre una proroga.

Un aspetto importante da chiarire è il concetto di campo comune. Si tratta delle aree cimiteriali destinate alle inumazioni ordinarie, garantite a tutti i cittadini. La rotazione decennale assicura il continuo ricambio delle sepolture, in modo che lo spazio sia sempre disponibile. Esistono poi i campi speciali, destinati a sepolture con caratteristiche particolari (ad esempio, aree riservate a determinate confessioni religiose o a persone decedute in condizioni specifiche). La distinzione è fondamentale per comprendere l’organizzazione interna dei cimiteri e la gestione delle aree destinate all’inumazione.

Oltre alle norme nazionali, i regolamenti comunali hanno un ruolo determinante: stabiliscono nel dettaglio le modalità pratiche delle sepolture, dalla profondità delle fosse (che può variare in base al tipo di terreno) fino all’organizzazione delle esumazioni. Sono questi regolamenti locali a garantire che le disposizioni del D.P.R. 285/1990 vengano applicate in modo coerente con le caratteristiche del territorio.

L’inumazione, spesso percepita come una scelta più sobria ed economica rispetto ad altre forme di sepoltura, non è per questo meno significativa. Affidare una salma alla terra significa compiere un gesto che unisce spiritualità, rispetto della legge e continuità con una tradizione millenaria. È un atto che conserva intatto il suo valore, semplice e autentico, capace di testimoniare la memoria dei nostri cari in armonia con la natura e con la storia collettiva.

Nicholas Cavalca

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