Cremazione: storia, normativa e destinazioni delle ceneri

Cremazione: storia, normativa e destinazioni delle ceneri. Foto illustrativa di copertina

La cremazione è oggi una delle pratiche funerarie in maggiore crescita in Italia. Insieme all’inumazione e alla tumulazione, rappresenta una delle tre forme di sepoltura ammesse dalla normativa vigente. Negli ultimi decenni la sua diffusione è aumentata sensibilmente, sostenuta da motivazioni culturali, spirituali, igienico-sanitarie e anche dall’esigenza di ridurre la pressione sugli spazi cimiteriali.

Nonostante venga percepita come una scelta moderna, la cremazione ha radici antichissime: era praticata dai Greci e dai Romani, che la consideravano un rito nobile e purificatore. Con l’avvento del cristianesimo la pratica fu progressivamente abbandonata, fino quasi a scomparire, per poi tornare nell’Ottocento con il movimento igienista e la successiva regolamentazione nei codici moderni.

In Italia, la cremazione è disciplinata dal D.P.R. 285/1990 – Regolamento di polizia mortuaria e, soprattutto, dalla Legge 130/2001, che ha introdotto regole precise per l’autorizzazione e la destinazione delle ceneri. Quest’ultima legge, all’art. 3, stabilisce che la cremazione possa avvenire solo sulla base della volontà espressa del defunto, manifestata in vita tramite testamento, iscrizione a una società di cremazione o dichiarazione resa ai familiari più prossimi. In mancanza, la decisione può essere assunta dal coniuge o, in subordine, dai parenti di grado più vicino.

Sul piano burocratico, l’autorizzazione alla cremazione viene rilasciata dall’Ufficiale di stato civile del Comune di decesso, dopo la certificazione di morte da parte del medico necroscopo (art. 74 D.P.R. 396/2000) e, nei casi particolari, con nulla osta dell’autorità giudiziaria. La procedura è quindi vincolata a passaggi amministrativi obbligatori, che garantiscono legalità e rispetto delle volontà personali.

Una volta conclusa la cremazione, le ceneri devono essere destinate in conformità alla normativa. Le possibilità sono diverse: possono essere tumulate in loculi, tombe o cappelle (art. 80 D.P.R. 285/1990), inumate in cimitero in apposite aree cinerarie, affidate ai familiari per la custodia in abitazione (previa autorizzazione comunale e impegno alla conservazione), oppure disperse nei luoghi consentiti dalla legge. La dispersione, disciplinata dall’art. 3 della Legge 130/2001, può avvenire solo se esplicitamente richiesta dal defunto e in aree appositamente individuate dai Comuni, in natura o in spazi privati all’aperto, purché con consenso dei proprietari. Non è consentita in aree urbane, né in luoghi pubblici non autorizzati.

Accanto a queste opzioni più tradizionali, si è affermata anche una possibilità innovativa e suggestiva: la diamantificazione delle ceneri. Attraverso un processo chimico-fisico che riproduce le condizioni di formazione dei diamanti naturali, parte delle ceneri viene trasformata in una pietra preziosa unica. Il risultato non è soltanto un gioiello, ma un simbolo eterno del legame con la persona cara. Questa scelta, non ancora disciplinata in modo specifico dalle normative italiane ma pienamente compatibile con la legislazione vigente sulle destinazioni consentite, offre alle famiglie un’alternativa capace di coniugare tecnologia, memoria e bellezza.

La cremazione, qualunque sia la destinazione prescelta, è dunque un atto che richiede sempre un’attenta gestione normativa e burocratica. Ogni fase – dalla raccolta della volontà del defunto, al rilascio dell’autorizzazione, fino alla scelta della destinazione finale – è regolata da leggi precise che non possono essere aggirate. È compito del professionista funebre accompagnare le famiglie non solo nell’aspetto emotivo della decisione, ma anche nella complessità amministrativa che la cremazione comporta, garantendo trasparenza, legalità e rispetto della persona.

Che si scelga la tumulazione dell’urna, l’inumazione in cimitero, l’affidamento in abitazione, la dispersione o la diamantificazione, resta invariato il principio fondante della normativa funeraria: assicurare che la volontà del defunto sia rispettata e che il ricordo trovi forma in un gesto dignitoso, in armonia con la legge e con la memoria collettiva.

Nicholas Cavalca

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